FIGLIOLI
Figlioli è una piccola e simpatica frazione di circa 620 abitanti dalle tradizioni contadine quasi intatte.
Nei sui pressi si trova l’antico e abbandonato Santuario di San Cipriano. Il ritrovamento di una villa etrusca e di una necropoli, databili dal I sec. a.C. al IV sec. a.C., è la testimonianza di un succedersi di insediamenti umani e costituisce una scoperta di raro valore culturale. Il paese, nel 1526, è indicato come “Casale Figliolorum”. Secondo alcune leggende, tale nome deriverebbe da un tragico evento accaduto sotto la dominazione Longobarda: il paese, che si trovava in montagna, venne colpito da una grave pestilenza e i più giovani, i Figlioli (dal latino Filioli), scampati alla tragica sorte, scesero a valle e fondarono il paese. Nel paese si trovano due chiese: una dedicata a santa Maria a Zita, l’altra a Maria S.S. di Costantinopoli, Santa patrono del paese, festeggiata la seconda domenica di Agosto con una processione solenne e con una festa organizzata dal Comitato Festa. In concomitanza di questa ricorrenza, si organizza la “fiaccolata Maria S.S. di Costantinopoli”, giunta alla XII edizione. Il 16 Settembre, da alcuni anni a questa parte, si festeggia anche San Cipriano V.M. con una processione che dal paese giunge ai ruderi del Santuario, dove viene celebrata la santa Messa dal nostro Pastore in carica pro-tempore, Michele Pierri. Il paese si snoda lungo l’unica strada che lo attraversa. All’interno è caratterizzato da piccoli vicoli. Caratterizzano il paese l’attività agricola e boschiva e l’artigianato delle ceste dei tini.
Molto sentita è la tradizione della "Mascariata" (mascherata), caratteristica del Carnevale che inizia il 17 Gennaio, giorno di Sant' Antonio Abate ("A Sant Antuon Maschr e Suon" , citazione popolare che tradotta viene: "A Sant'Antonio Maschere e Suoni") e che, di domenica in domenica, finisce il martedì di Carnevale. La Mascherata di Figlioli è composta da un corpo di ballo detto "O' Ndreccio" (l'intreccio) nel quale donne ed uomini, vestiti con abiti tradizionali, reggono un semicerchio infiorato e ballano su una melodia prodotta da un tamburo a bacchetta, una grancassa, da piatti e da una melodiosa ciaramella. L'intreccio è contornato da varie figure e della "Zeza": è un canto dialogato recitata da quattro figure: Pulcinella, sua moglie, la figlia Vincenzella e l'innamorato Don Nicola.
Fonte: Pro Loco Montoro Inferiore.